La Macchina dei Sogni 2017
 
Artisti
I Protagonisti del festival Atelier La lucciola →
Giancarlo Bloise →
Centro Teatro Animazione di Figure →
Cicogne Teatro Arte e Musica →
Compagnia Opera dei Pupi Don Ignazio Puglisi →
Yousif Latif Jaralla / Mimmo Cuticchio →
Associazione Figli d'Arte Cuticchio →
Il tempo e la voce / Faisal Taher →
La casa di Creta →
Fratelli Mancuso →
Palermo World Music Roots →
P.I.P.P.U. →
Giuliano Scabia →
Tataratà→
I narratori →
Atelier La lucciola

È un teatro per bambini, ubicato nel cuore di Palermo, a pochi passi dal Teatro Massimo, con una forte identità, che stimola la fantasia dei più piccoli, l'unico luogo artistico della città pensato a misura di bambino. Il progetto nasce nel 2004 dalla volontà di due artisti, Nadia Parisi e Alessandro Prestipino, di dare un contributo artistico alla città, un segnale forte alle istituzioni e ai singoli cittadini, con la creazione di un luogo scevro da condizionamenti politici, dove i più piccoli possono trovare libero sfogo alla loro fantasia, impegnandosi anche in attività che sono espressione della propria personalità con la realizzazione di creazioni artistiche interamente concepite e realizzate "in atelier" da bambini e adolescenti.

Atelier La lucciola

Rinaldo e Sacripante

di Nadia Parisi
spettacolo di teatro di figura narrato con marionette
da tavolo manovrate a vista

marionette e narrazione: Nadia Parisi
scenografie e manovra: Miriam Mangiarotti
progettista del suono: Alessandro Prestipino

C'era una volta
o forse dovrei dire
si conta e si racconta
un canto in forma di racconto...

Inizia così lo spettacolo Rinaldo e Sacripante, che narra di bellezza e di amore, di guerre e di sfide per conquistare Angelica, la bellissima principessa venuta dall'oriente.
Il protagonista dello spettacolo è il sentimento dell'amore ma anche quello dell'avventura raccontati dagli stessi personaggi.  Grandi e piccoli viaggeremo insieme a principi e principesse, a valorosi paladini, danzatrici del ventre,  re, cavalli e messaggeri.
I viaggi che affrontano i nostri personaggi  ci raccontano dell'oriente e dell'occidente, ci raccontano le vicende dei paladini di Francia, perdutamente innamorati della bella Angelica ma anche dei “mori saracini”, anch'essi sopraffatti dal fascino della principessa indiana, per la quale ci saranno una serie di sfide all'ultimo sangue al fine di conquistare il cuore di Angelica, bella oltre ogni immaginazione...

Giufà e la statua – Giufà e la tela – Giufà e la chioccia

di e con Nadia Parisi
narrato con marionette da tavolo manovrate a vista

marionette e narrazione: Nadia Parisi
progettista del suono: Alessandro Prestipino

Le tre storie narrano stralci di vita quotidiana di Giufà, un giovane ragazzo intelligente e stupido, furbo e credulone, onesto e disonesto, triste e allegro, povero e ricco.
Nelle prime due storie un Giufà sciocco e credulone, crede di essere stato raggirato invece alla fine sarà premiato; nella terza, ai limiti del grottesco, viene ingannato da se stesso per la sua  inguaribile scioccheria, che lo porterà a combinare solo guai.
In queste storie è sempre presente la figura della madre di Giufà, che, come ogni madre, spera di insegnare al proprio figlio a comportarsi nel mondo giusto, a discernere il bene dal male, il giusto dall'ingiusto, e per questo responsabilizza Giufà dandogli dei compiti da svolgere proteggendolo come solo una madre sa fare.
Lo spettacolo viene narrato con delle figure disegnate su carta e manovrate a vista, alcune delle quali sono state realizzate dai bambini e dalle bambine che hanno partecipato a un laboratorio di narrazione e pittura.

Giancarlo BloiseGiancarlo Bloise

Dall’età di otto anni studia strumenti a fiato. Nel 1996 si trasferisce a Firenze per studiare architettura. Nel 2000 frequenta il corso di regia cinematografica per due anni presso la scuola di cinema “Immagina”. Nel 2001 inizia il lavoro in cucina, gestore del luogo e guida alle regole ebraiche Tomas Jelinek, burattinaio di Praga.
Nel 2005 si scrive a “Laboratorio Nove” di Sesto Fiorentino (teatro della limonaia), lavora con Renata Palminiello e per i due anni conclusivi con Luca Camilletti (membro fondatore Kinkaleri). Ha avuto modo di seguire Giuliano Scabia  e Mimmo Cuticchio e per due anni un percorso formativo presso la sede dell’Odin Teatret a Holstebro (Danimarca) guidato dall’attore Tage Larsen.

Cucinar ramingo

Il vagare del Cucinar Ramingo si mescola agli ingredienti dei luoghi e ne distilla nuova sintesi. I frammenti di scena che lo compongono sono nati in relazione alle differenti pratiche svolte e agli incontri avuti durante la formazione personale di Bloise e successive rielaborazioni, realizzazioni di oggetti originali e scrittura.
Bloise propone un curioso e raffinato viaggio nel tempo e nel cibo, e racconta con lievità da giocoliere la forza simbolica e sociale del mangiare e del saper immaginare insieme tra sedani e cipolle. I testi si srotolano tra Giuliano Scabia, lo stesso Giancarlo Bloise e il poeta Maurizio Meschia.
Dal niente, in una scena scarna e pulita, in pochi minuti tutto è imbandito, pronto, apparecchiato ad accogliere e sentire, assaggiare e consumare.

L’equilibrio tra il ritmo della narrazione e l’amore per le arti della cucina, la precisione della preparazione gastronomica unita all’esotismo della favola, fanno di Cucinar Ramingo, un piatto gustoso da servire a spettatori di ogni tipo.

CTA - Centro Teatro Animazione e Figure di Gorizia Centro Teatro Animazione e Figure

Persegue fin dalla sua nascita (1994) l’obiettivo di promuovere il teatro di figura nella regione Friuli – Venezia Giulia, attraverso l’organizzazione di festival, rassegne, progetti speciali, progetti di formazione per le scuole, produzioni di spettacoli sia per bambini che per adulti. Nel corso degli anni il CTA ha consolidato un nucleo artistico stabile con una precisa poetica e con una particolare cifra stilistica ormai riconoscibile che passa attraverso il superamento degli schemi della tradizione, aprendosi ai linguaggi della contemporaneità e sperimentando nuovi rapporti con le altre discipline artistiche.
Per le differenti storie artistiche di ognuno dei componenti ogni produzione del CTA può essere considerata come un “percorso di ricerca” sul rapporto tra attore, figure (immagini, oggetti, pupazzi, video, ombre, ecc.), musica, parola, che tende alla realizzazione di una partitura drammaturgica in cui tutti i linguaggi utilizzati abbiano la stessa potenzialità comunicativa.

Cip cip bau bau. Il linguaggio degli animali

progetto a cura di Antonella Caruzzi
con Loris Dogana
regia Roberto Piaggio
scene e oggetti Elisa Iacuzzo

“Cip cip bau bau. Il linguaggio degli animali” racconta ai più piccoli una lingua particolare e affascinante, quella che intorno a loro parlano tanti piccoli amici a quattro zampe, o che svolazzano con becco e piume. 
Lo spettacolo è diretto da Roberto Piaggio su progetto di Antonella Caruzzi, e vede protagonista in scena Loris Dogana. Liberamente ispirato a una delle fiabe popolari italiane rilette da Italo Calvino - fiaba che si ritrova anche nel repertorio dei fratelli Grimm - lo spettacolo racconta la storia di un ragazzo che imparerà a comunicare con gli animali e che, grazie a questa capacità così speciale, riuscirà non solo a mettersi in salvo (e a mettere in salvo le persone che incontra sul suo cammino) da situazioni intricate e pericolose, ma diventerà alla fine persino... una persona assai importante!

Cicogne Teatro Arte Musica

“Cicogne teatro arte musica” è un’associazione culturale costituita per promuovere percorsi sui valori della comprensione tra le culture, della convivenza civile e della mondialità attraverso i mezzi del teatro e dell’arte. É formata dall’attore e regista marocchino Abderrahim El Hadiri, da Tiziana Gardoni, insegnante e autrice di testi scolastici, e da Claudio Simeone, autore, regista ed ex insegnante.
Si rivolge a un pubblico ampio: bambini e bambine, giovani e adulti con fedi e culture diverse, espressione di una società ormai pienamente multiculturale. Cerca di farlo con leggerezza, mantenendo una forte attenzione a ciò che accade, leggendo il mondo per quello che è, con realismo, ma lasciando spazio al desiderio, all’immaginazione, al sogno e alla possibilità, soprattutto. Attraverso spettacoli, letture e incontri, cerca di realizzare occasioni privilegiate d’incontro, di conoscenza, di scambio, di dialogo, e di contrasto anche, perché da questo nasce la convivenza civile.
Il repertorio di Cicogne comprende spettacoli destinati a differenti fasce di età, dall’infanzia alla “terza e quarta età”, anche se tutti i lavori si pongono in modo da coinvolgere i piccoli nell’azione scenica, mentre i grandi possono coglierne gli elementi di contenuto.

Cicogne Teatro Arte Musica
Parole sulla sabbia

di Claudio Simeone
con Abderrahim El Hadiri
regia Simeone & El Hadiri
collaborazione Dolores Dandolo, Elena Guitti
collaborazione didattica Tiziana Gardoni
Spettacolo prodotto in collaborazione con Residenza Idra, Brescia

Quando scende la sera, la Jemaa El Fna, la grande e colorata piazza di Marrakech, si anima di una nuova, intensa vita notturna. Da ogni angolo della città la gente arriva per sedersi ai banchi dove si vendono cibo e dolci e si affolla attorno ai musicisti ai venditori e ai giocolieri. In un angolo, su un semplice tappeto, aiutato da pochi oggetti - un vaso, un bastone, un tamburo, uno sgabello, due tegole, e un tagine che spande il profumo del cibo – il cantastorie racconta storie arrivate fino a lui di bocca in bocca. Parole che, rimbalzate da una sponda all’altra del Mediterraneo, hanno amalgamato la tradizione orientale con quella occidentale, tanto che i personaggi e i temi dell'una si sono riversati facilmente nell'altra. Lui può così raccontare le comiche avventure di Giufà, la favola della pecora nera che combatte il Baba Gullo, oppure propone filastrocche per bambini o una metamorfosi latina di Ovidio e la creazione secondo il mito Indù. I suoi sono racconti di ogni luogo, fatti per costruire un rapporto di complicità e di partecipazione, uno scambio fisico ed emotivo fra chi parla e chi ascolta. Un’esperienza vitale che oggi noi, nativi digitali spesso soli davanti all'iPad, rischiamo di perdere.

Heina e il Ghul

di e con Abderrahim El Hadiri
regia Mario Gumina
collaborazione didattica Tiziana Gardoni

Il progetto prevede la presentazione dello spettacolo Heina e il Ghul e dell’azione scenica che lo completa all’interno di uno spazio dedicato al cibo. Rivolto a un pubblico di adulti e di bambini, attraverso la fiaba, presenta il cous cous, piatto molto diffuso nell’area del Mediterraneo e ormai conosciuto in tutto il mondo. Con l’obbiettivo di stimolare una riflessione su culture e tradizioni diverse, permette un approccio alla lingua araba attraverso uno scambio ludico tra attore e pubblico.
Nella fiaba si racconta di Heina, la figlia dello sceicco che, rapita dal terribile Ghul, il mostro di farina, è riuscita a fuggire e a tornare a palazzo. Sulla scena il cuoco di corte prepara un sontuoso cous cous per festeggiare l’evento e, danzando e cantando tra tegami e coperchi, racconta la mirabolante vicenda. Così gli ortaggi utilizzati (peperoni, zucchine, patate, cipolle) diventano via via i protagonisti di una grande avventura, finendo poi in pentola. Lo spettacolo è recitato in arabo e il pubblico di grandi e piccini è immerso nella sonorità della lingua di un mondo in cui può comprendere situazioni e personaggi solo attraverso gli oggetti e le azioni dell’attore. Per tutta la durata dello spettacolo, ognuno prova così cosa significa sentirsi straniero. E, superato il disagio iniziale, può aprirsi a una percezione diversa, più emotiva e scoprire nuovi paesaggi, suoni, gesti e colori.
La tecnica narrativa utilizzata, detta “furgia”, è diffusa nella zona di Marrakech e consiste nello stravolgimento ironico delle fiabe tradizionali. In questa tecnica è molto importante l'utilizzo degli oggetti che sono il pilastro narrativo dell'azione.

Compagnia Opera dei Pupi Don Ignazio Puglisi

Nel 1992  tra i collaboratori più  affezionati  di  “Ran  Gnazio”  nacque  il  desiderio  di  far  rivivere  “L’Opera dei Pupi”  a  Sortino,  patrimonio della cultura locale avvertendo  l’onere di  un obbligo  morale  di  tramandare  alle  nuove  generazioni  quest’arte popolare riconosciuta nel 2001 dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.
L’opportunità  di  mettere in  scena  una  rappresentazione in  occasione  della XII edizione della Sagra del Miele diede l’impulso a questo desiderio e così, dopo mesi di prove, il 17 ottobre del 1992 la nuova compagnia esordì in P.za S. Sofia a Sortino.
La costituzione dell’Associazione avvenuta nel 1995 ridestò la voglia e il desiderio di fare rivivere questa tradizione per tramandarla, con tutti i suoi valori, alle nuove generazioni.
Da allora ad  oggi il cammino è stato lungo e faticoso, ma coronato da numerose tournèe  in Italia e all’estero.

Morte di Troiano

Troiano, figlio dell’imperatore Agolante di Biserta, con un  numeroso esercito parte dall’Africa e assedia Vienna, per vendicare la morte del padre suo ucciso durante la battaglia di Risa. Carlo Magno corre in aiuto del popolo cristiano. Fiera, spietata e terribile fu la battaglia sotto le mura di Vienna, tra cristiani e i Saraceni. I paladini di Carlo Magno mettono in fuga l’esercito Saraceno. Grande fu il duello tra Orlando e Troiano, che finisce con la morte del saraceno. Un modo per scoprire l’antica tradizione dei pupi del Catanese, molto più alti dei “colleghi” della Sicilia occidentale, che con loro dividono però temi e storie. Mimmo Cuticchio si unirà alla compagnia di Sortino in veste di narratore.

Compagnia Opera dei Pupi Don Ignazio Puglisi
Yousif Latif Jaralla / Mimmo Cuticchio  
La prima crociata

Le crociate rappresentano uno dei capitoli più tristi della storia dell'uomo. Uno di quegli argomenti che, una volta approfonditi, lasciano un'amarezza infinita.
Sono state il culmine dell'ipocrisia e dell'intolleranza, oppure guerre difensive contro l'Oriente, nel tentativo di frenare le aggressioni musulmane? Gli equivoci sono infiniti, tuttavia a noi interessano i casi in cui due culture diverse si sono parlate, conosciute e apprezzate. Accettare il criterio qualificante dell'incontro non significa voler nascondere la storia, fatta anche di scontri. Semplicemente noi consideriamo la Sicilia, centro del Mediterraneo, come un bacino di civiltà, dove l'identità è fondata sul pluralismo.

La peculiarità della nostra terra è stata quella di avere storicamente accolto culture diverse, che hanno trovato, al di là della collocazione geografica e fisica, comuni punti di contatto, le cui tracce sono ancora oggi visibili nell’architettura, nel cibo, nel sistema di relazioni, di migrazioni e incroci di gente. A noi non interessa distinguere tra cristiani e musulmani, ci interessa l’uomo con la sua intelligenza, il suo sapere, la sua onestà. Neppure la Chanson de Roland,di cui la nostra attività è pregna, colloca i Saraceni tra i nemici in quanto infedeli o traditori, e ad alcuni di loro non si nega la qualifica di valoroso cavaliere.
L’appuntamento tra Mimmo Cuticchio e Yousif Latif Jaralla non è uno spettacolo né una conferenza, ma un incontro in cui si mostrano due culture diverse, nelle quali le similitudini sono molte più di quanto non ci vogliano far credere.

Mimmo Cuticchio Mimmo Cuticchio

Universalmente riconosciuto come il massimo rappresentante dell’Opera dei pupi, Cuticchio ha traghettato la sapienza e il patrimonio tradizionali nel teatro contemporaneo, sperimentando nuove forme di rappresentazione nel rispetto della tradizione ereditata dal padre. Tutti gli spettacoli di Cuticchio, permeati dalla sua storia personale, mettono in campo il “mestiere”, ovvero l’insieme di strutture e attrezzi in dotazione alla famiglia d’arte, un “saper fare” ereditato dai maestri ma arricchito dalla ricerca continua di nuove forme e nuove dinamiche della scena.
La qualità davvero eccezionale di Mimmo Cuticchio – la cui fama è ormai vastissima – è quella di saper coniugare le caratteristiche del cunto popolare con l’abilità del regista-interprete del teatro dei pupi, capace di affidare all’improvvisazione lo svolgimento di un canovaccio di tradizione secolare, con un raffinato approfondimento delle radici storiche del repertorio ed una profonda riflessione sul significato che la civiltà epico-narrativa del Medio Evo ha conservato nel tempo, attraverso il variare delle forme letterarie e la metamorfosi che i diversi generi hanno imposto ai temi e ai personaggi della storia cavalleresca.
Accanto al repertorio classico (il ciclo dei Paladini di Francia, le cui fonti sono nell’Orlando Furioso e in altri poemi cavallereschi), Cuticchio ha costruito un repertorio di nuove storie, spesso legate all’attualità, che mette in scena con soluzioni registiche innovative, sempre legate alle tecniche del cunto e dell’Opera dei pupi. Ha collaborato, tra gli altri, con Salvatore Sciarrino e Mimmo Paladino. Nel 1971 ha fondato, e dirige tuttora, la compagnia Figli d’Arte Cuticchio, nel 1973 apre un Teatro di Pupi a Palermo, in via Bara all'Olivella, nel 1997 la Scuola per pupari e cuntisti. È autore di numerose pubblicazioni sul Teatro dei Pupi e sul Cunto, tra le ultime: Aldadino di tutti i colori (Arianna Editore, 2009) e La nuova vita di un mestiere antico - in viaggio con l'Opera dei pupi e il Cunto (Liguori Editore, 2010).

Yousif Latif JarallaYousif Latif Jaralla

Narratore originario di Baghdad (Iraq), pittore e videomaker, da anni si dedica allo studio e alla ricerca dell'oralità orientale, in particolar modo del modello narrativo e rituale sufi.
La sua spontaneità narrativa mediorientale si innesta nella cultura siciliana, dove la presenza araba costituisce ancora una eredità importante. Da questo incontro nasce una miscela espressiva originale che sovverte regole e convenzioni della lingua italiana, in un gioco di sovrapposizioni di registri linguistici e piani narrativi diversi.  
La costruzione sintattica e l'uso dei tempo verbali sono continuamente piegati alle esigenze della voce narrante, che sembra seguire un sotterraneo ritmo musicale, alla maniera dell'oralità sufi, sottolineato dalle continue ripetizioni e da frequenti voci allitteranti.
Questi adattamenti della lingua italiana sono quasi sempre funzionali alla narrazione, anzi ne costituiscono il collante emotivo ed espressivo, rendendola compatta e, nello stesso tempo, ricca di spunti creativi.

Associazione Figli D'Arte CuticchioAssociazione Figli d'Arte Cuticchio

La compagnia nasce nel 1971 sotto la guida di Mimmo Cuticchio.
Il recupero delle tecniche tradizionali dei pupi e del cunto, la ricerca e la sperimentazione sono i tre principali linguaggi della comunicazione teatrale. La sopravvivenza artistica  della compagnia è dovuta alla ricerca di un proprio spazio espressivo che valorizzi al massimo le tecniche dei pupari e dei contastorie, linguaggi tutt’altro che esauriti o superati, per tentare un teatro di verità e di poesia.
Dal 1977 l’Associazione Figli d’Arte Cuticchio accorpa la compagnia omonima e oltre all’attività di produzione porta avanti anche quella di promozione.
Dal 1984 organizza il festival teatrale intitolato La Macchina dei Sogni; dal 1997 una scuola per pupari e cuntisti con l’obbiettivo di garantire un futuro al teatro dei pupi e al cunto.
Dal 2007 tutto il mestiere (per mestiere s’intende il patrimonio completo di un oprante-puparo) tradizionale di Mimmo Cuticchio e l’altro mestiere che ha costruito con gli spettacoli di innovazione, sono aperti al pubblico in forma di museo. Un museo in movimento che si sviluppa nei luoghi dove egli lavora, costruisce i pupi e ne rappresenta le storie.    

Aladino di tutti i colori
Da una favola delle mille e una notte

Drammaturgia e regia Mimmo Cuticchio
Con Mimmo Cuticchio e Yousif Latif Jaralla
Pupari: Giacomo Cuticchio, Tiziana Cuticchio, Tania Giordano
Scene e costumi Pippo Miraudo
Oggetti della scenotecnica Tania Giordano
Luci Marcello D’Agostino
Consulenza musicale Antonio Guida

Lo spettacolo, ideato e diretto da Mimmo Cuticchio, unisce con semplicità e naturalezza, attraverso “la parola”, la cultura occidentale e quella orientale nell’ambito di un più vasto progetto di convivenza universale e di tolleranza, avviato molti anni fa con lo spettacolo Francesco e il Sultano di Mimmo Cuticchio e Salvo Licata, dove alle crociate i due autori contrapponevano la cultura francescana, che alla spada sostituisce il Vangelo e all’aggressione l’accoglienza.
In Aladino di tutti i colori l’attenzione è incentrata sempre sulla convivenza focalizzata sul progetto infanzia come valore. Troppo spesso le necessità sia materiali sia spirituali dei bambini sono sottovalutate e nei bisogni degli adulti si consuma l’oblio dei più piccoli.
La messa in scena è fondata sulla scoperta del teatrino come scatola magica: l’alternarsi delle scene e delle luci, l’aggiunta della musica, diversamente dallo spettacolo tradizionale, conferiscono all’insieme e alla drammaturgia del racconto un tocco di attualità.

 

Il tempo e la voce / Faisal Taher

Faisal Taher Faisal Taher
Nato a Yabad, Palestina, è la voce solista dei Kunsertu dal1988 con i quali ha inciso 5 CD e 7 compilation distribuiti in tutto il mondo. Attualmente è anche la voce solista dei Dounia. Ha avuto collaborazione durante la sua carriera artistica con innumerevoli artisti sulla scena italiana tra i quali Paolo Fresu, Mannarino, Roy Paci e  Fiorella Mannoia.  Ha partecipato con il suo gruppo (Dounia) alla compilation Sette veli intorno al re" dove vi partecipano fra gli altri Franco Battiato, Francesco de Gregori, Francesco Guccini e Moni Ovadia e alle edizioni inglese e brasiliane del Womad Festival di Peter Gabriel. E stato ospite nellultimo album di Fiorella Mannoia (SUD).  Al suo attivo anche numerose partecipazioni a spettacoli teatrali per la regia di Ninni Bruschetta e Moni Ovadia.
Canzoni bifronti

Giuseppe Di Bella Chitarra e voce
Enrico Coppola Basso elettrico
Faisal Taher Voce e "oud" arabo
Antonella Barbera Flauto traverso

Un concerto inedito e d'eccezione che vede riunite due realtà e identità artistiche distinte, in questo caso perfettamente incrociate e assortite. Il duo de "Il tempo e la voce" composto da Giuseppe Di Bella ed Enrico Coppola - con il flauto di Antonella Barbera - e il cantante arabo-palestinese, ormai sicilianissimo, Faisal Taher.

Il concerto prevede la rivisitazione e lo studio, su brani d'autore o tradizionali, della doppia possibilità di esprimere forme melodiche identiche, con versi, intonazioni d'accento e vocalità quasi opposte: quella dolce e secca del dialetto siciliano da un lato e quella ieratica e lancinante dell'arabo dall'altro. Le canzoni interpretate e suonate nelle 2 lingue portano sia nel testo, sia  nelle "origini" dei tessuti melodici e delle fioriture vocali e dei mielismi, la loro doppia matrice. 
L'ensemble nella sua nuda essenzialità cerca di sovrapporre i timbri dei suoi strumenti in modo quasi geometrico, scabro, come geometriche sono le linee dell'architettura islamica in Sicilia;   questo al fine di restituire un sincretismo tra le varie canzoni cantautorali o tradizionali della cultura mediterranea, attraversata nel tempo da lampi e rinascite fino al contemporaneo.  Per l'occasione saranno musicati alcuni versi dei poeti arabi di Sicilia tratti dall'antologia curata da Francesca Maria Corrao.

Giuseppe Di Bella, Enrico Coppola  
Giuseppe Di Bella
Cantautore, interprete, poeta, chitarrista, da sempre cerca le proprie sottili radici in uno stile, come sodalizio di tendenze al di fuori di ogni moda, nella mediterraneità meno abusata, in una sicilianità che si nutre del fado portoghese, dalla grande canzone d'autore e popolare. 
Dopo la formazione in conservatorio e con insegnanti di canto classico e moderno, comincia a far parte di diverse formazioni musicali, dal folk alla bossa nova. Ha realizzato musiche per il cinema, in numerosi cortometraggi pluripremiati e per documentari. Attualmente sta lavorando alla realizzazione del proprio terzo lavoro discografico dopo avere realizzato "Fuddia" con la collaborazione di diversi artisti siciliani, tra cui Valeria Cimò, Giovanni Arena, Davide Campisi Tino Caspanello, Cinzia Muscolino e "Il tempo e la voce" (lavoro sulla Scuola poetica siciliana) realizzato con Enrico Coppola, con cui è stato è stato finalista al Premio Andrea Parodi a Cagliari e al Premio Tenco.

Enrico Coppola
Fin da piccolo entra a contatto con le arti figurative e con la letteratura, nella galleria d'arte paterna. Crescendo sviluppa un interesse eclettico e onnivoro verso la musica e la produzione musicale. Consolida la sua concezione militante del fare musica prendendo parte attiva in diversi progetti  finalizzati alla produzione e all'esecuzione di brani inediti. Oggi, dopo un'esperienza quasi ventennale nella musica suonata, pensata e ascoltata è impegnato in alcuni progetti di inediti inerenti la musica d’autore. Appena uscito sotto etichetta Seltz Records e su distribuzione Audioglobe  il nuovo lavoro del gruppo “Camurria” del quale è fondatore, arrangiatore e bassista. Insieme a Giuseppe Di Bella è produttore, traduttore dei testi, autore delle musiche e degli arrangiamenti de “Il tempo e la voce” un progetto autoprodotto che si è sviluppato a partire da una sua idea.

La Casa di CretaLa Casa di Creta

È una compagnia Anglo-Sicula di Teatro Ragazzi nata nel 1997 dall'incontro tra Steve Cable e Antonella Caldarella. Ha la sua base a Catania ma è presente con i propri spettacoli in tutta la penisola. Negli anni utilizza diverse tecniche di Teatro di Figura nelle proprie produzioni, dai burattini alle ombre, dai muppets alle marionette da tavolo. L'incontro di due culture diverse dà vita ad un linguaggio teatrale per l'infanzia in cui grinta mediterranea ed ironia britannica si fondono.

Basilico nel bosco nero

di Antonella Caldarella
con Steve Cable e Antonella Caldarella
musiche originali Steve Cable
scene Tiziana Rapisarda
burattini costruiti da Antonella Caldarella
regia Antonella Caldarella

Basilico, un simpatico musicista giramondo, povero e semplice, si innamora della Principessa Carotina, e lei di lui, ma il Re si oppone al matrimonio - Basilico è povero e per di più, straniero! Per sconfiggere i pregiudizi del re e dimostrare il suo valore umano, Basilico deve entrare nel bosco nero e cercare la pietra dell’impossibile, con la quale potrà finalmente coronare il suo sogno d’amore.
Ma si sa, nel bosco nero ci sono mille pericoli...
La vera lotta per Basilico e Carotina non è contro i pericoli del bosco ma in fondo contro i pregiudizi della gente che li circonda. E così Basilico entra nel bosco nero, quel mondo magico e pauroso in cui le differenze di razza e classe sociale non contano e dove la speranza e la forza di credere in se stesso diventano i valori più importanti per chi, come il nostro protagonista, sa ballare, cantare ed amare la Vita.
Romanza ed Avventura, Comicità e Paura, Cantastorie in carne ed ossa e Burattini in pasta di legno, colpi di scena e tante canzoni.. Tutti gli elementi giusti per una fiaba musicale originale per tutta la famiglia.

Fratelli MancusoI Fratelli Mancuso

Enzo e Lorenzo, sono cantori, compositori e polistrumentisti originari della Sicilia.
Nati a Sutera in provincia di Caltanissetta, intorno alla metà degli anni '70 emigrano a Londra dove risiedono per otto anni lavorando in diverse fabbriche metalmeccaniche.
In quegli anni, a contatto con circoli culturali e teatri, iniziano a ricomporre i frammenti del patrimonio musicale della loro terra.
Ritornati in Italia nel 1981, si stabiliscono in Umbria, a Città della Pieve dove risiedono attualmente. In poco più di trent’anni Enzo e Lorenzo Mancuso, hanno attraversato mondi in apparenza inconciliabili, i sentieri sperduti di Sutera e le lontane periferie industriali del nord Europa. Hanno appreso la lingua del ricordo come il naufrago impara a nuotare, annullando, in questo modo, ogni distanza che estrania la quotidiana esistenza dal sentimento della propria appartenenza. Hanno iniziato a cantare quasi senza accorgersene e hanno continuato a farlo anche quando, abbandonate le nebbie londinesi, sono riemigrati in Italia, inseguendo un canto ideale, intimo, essenziale, semplice e necessario come un bisogno primario. Con questa ‘virtuosa inconsapevolezza’ hanno cantato nei teatri e nelle piazze, in Italia e all’estero e offerto il segno del loro mondo sensibile. Numerosissimi sono i premi e i riconoscimenti che hanno ottenuto in Italia e nel mondo.

Un canto essenziale

Il concerto affida alla nudità della voce e a una scelta attenta degli strumenti il compito di guidare il pubblico attraverso le tappe più significative del percorso umano e musicale dei Fratelli Mancuso.
Canzoni, canti sacri a cappella, narrazioni, poesia, insieme formano l'ordito di una trama dove musica e vita si intrecciano in una armonica figura di espressività e passione.
Teatro di questo viaggio, oggi come in passato, è la Sicilia, bussola della loro ricerca continua e ponte tra le opposte sponde del mare Mediterraneo, da cui lanciare lo sguardo su affinità e accordi di poesia e di musica.
Ancora una volta l'isola, l'intima isola , incandescente come un meteorite caduto sul cuore; anche quando lontana fa tremare la voce, si fa sussurrare e gridare e cantare, nelle mille e mille modulazioni di accenti, cadenze, melismi: un alfabeto che risuona e di volta in volta si fa memoria.
Si percorrono i suoi sentieri attraversando, con il canto, paesi e lingue: siciliano, arabo, spagnolo, latino, greco, la lingua immaginata dei migranti in viaggio sul Canale di Sicilia, con l'anima sospesa su un barcone, come sul ciglio di un nero precipizio, nella ormai quotidiana lotta della vita contro la morte.

 

Palermo World Music Roots

Palermo World Music Roots è un progetto che parte dall'idea di creare una reunion tra alcuni dei principali solisti che a partire dalla fine egli anni 70 e primi anni 80 sino ad oggi crearono un movimento e dei gruppi musicali nei quali si fondeva la musica tradizionale siciliana con le influenze della musica balcanica e maghrebina, il jazz ed il rock. Nella frontline della band troviamo infatti il violinista e suonatore di oud Enzo Rao dei Rakali e Shamàl, Gianni Gebbia di Terra Arsa e Shamàl, Mario Crispi degli Agricantus e Diego Spitaleri dei Sun.
Questi solisti sono affiancati da alcuni tra i nomi più giovani che continuano e rinnovano questa tradizione della world music siciliana lontano dagli stereotipi strettamente folkloristici come il fiatista Giuseppe Viola (ora a fianco di Rao in shamàl) il contrabbassista Gabrio Bevilacqua ed il percussionista Carmelo Graceffa entrambi collaboratori del Magnetic trio di Gianni Gebbia.
La storia di questa musica in Sicilia non è mai stata scritta, questo progetto quindi assume un notevole rilievo ed evento grazie alla presenza di coloro che hanno iniziato questa operazione di contaminazione musicale e sopratutto oggi, alla scomparsa definitiva del leggendario festival Womad che animò per anni di linfa vitale la world music siciliana e dove molti di questi artisti si sono esibiti oltre alle numerose manifestazioni consimili internazionali. La musica del gruppo ripercorre l'evoluzione musicale dei suoi componenti tramite l'esecuzione di alcune delle composizioni storiche dei gruppi succitati ma anche nuove composizioni o arrangiamenti concepiti alla luce del sound contemporaneo. Nulla di vintage dunque ma, piuttosto, una rilettura attuale di un repertorio che ha allietato per anni i fan di questa musica.

Palermo World Music Roots

Enzo Rao violino e oud
Gianni Gebbia sax soprano e flauti
Mario Crispi fiati etnici, duduk, ciaramelle, voce elettronica
Giuseppe Viola sax soprano, clarinetto turco
Diego Spitaleri tastiere
Gabrio Bevilacqua contrabasso
Carmelo Graceffa percussioni e batteria

P.I.P.P.U.
P.I.P.P.U.

La Piccola Impresa Per Produrre Umorismo viene fondata nel 2011 dalla Compagnia Lannutti & Corbo formata da Domenico Lannutti e Gaby Corbo (compagni nella vita e sul palco).
La PIPPU ha come finalità quella di promuovere gli spettacoli della compagnia e organizzare corsi e seminari di circo-teatro e teatro-comico.
L’obiettivo è fondere e contaminare diverse discipline artistiche per produrre meraviglia a 360°.

All'inCIRCO Varietà

con Domenico Lannutti & Gaby Corbo

All’inCirco Varietà è un crescendo pirotecnico di comicità, magia, acrobazia, poesia e follia.
Uno spettacolo d’arte varia a cavallo tra il circo teatro e il cabaret.
Lannutti & Corbo danno vita ad un varietà surreal-popolare, popolato da personaggi bizzarri e assurdi: un imbonitore, una soubrette, Saverio l’oggetto del desiderio, un acrobata che vuole vivere in un mondo alla rovescia, un ventriloquo muto, Frank-Stein, il mago della Maiella e la sua assistente, e altri eventuali e vari.
Lo spettacolo è godibile dai 0 ai 100 anni, può essere degustato a qualsiasi ora del giorno e della notte, prima e dopo i pasti.

Giuliano ScabiaGiuliano Scabia

“Uno dei pochi, forse l’unico scrittore mitico in circolazione” (Belpoliti), “protagonista di alcune tra le esperienze più vive e visionarie degli ultimi anni” (Celati), con le azioni a partecipazione nei quartieri, nelle scuole, nei paesi, nei manicomi ha segnato una svolta radicale nel modo di praticare il teatro e la scrittura. Ha scritto sul sentiero della poesia (da Padrone & Servo al Poeta albero fino a Opera della notte, ai Canti del guardare lontano e ai Canti brevi), del teatro (il ciclo del Teatro Vagante, da All’improvviso & Zip a Fantastica visione, Teatro nello spazio degli scontri, Teatro con bosco e animali, L’insurrezione dei semi, Gloria del teatro immaginario, Visioni di Gesù con Afrodite fino a Commedia di matti assassini e Canto della vita indistruttibile), del romanzo (dalla saga dell’eterno andare composta da In capo al mondo, L’acqua di Cecilia e L’azione perfetta fino alla trilogia di Nane Oca e a Lettere a un lupo), delle messe in scena e delle azioni teatrali di lunga durata (Forse un drago nascerà, Marco Cavallo,Il Gorilla Quadrumàno, Il Diavolo e il suo Angelo), delle sperimentazioni condotte per trent’anni dentro l’Università di Bologna (DAMS).

Roncisvalle

di Giuliano Scabia

È’ probabile che anche molti animali abbiano assistito alla battaglia di Roncisvale, dove i paladini morirono da eroi. Degli animali però non resta racconto. Anche dello scudiero Gaina non si trova traccia nella Chanson de Roland. Ma chi può dire che non ci fosse?
Nel bosco fatato di cui si parla in questo racconto vanno e vengono cavalieri e animali magici e sapienti, l’asino, il cervo bianco, l’uomo selvatico e u teatro vagante, il vento e le api, Dio e Gaia, protopersonaggio e protomaschera, comico legame tra il mondo delle bestie e quello degli uomini. Quello che Giuliani Scabia reinventa, ormai da molti anni, è dunque un genere illustre, che allunga le sue radici nei bestiari e nella favolistica classica. Le bestie commentano, il teatro umano, cioè le finzioni degli uomini, il rituale dei loro comportamenti. Dice il cinghiale maschi: “vorrei poterli osservare da vicino. So che ridono, giocano, guardano le immagini, fanno viaggi, si uccidono tra loro. Nei nostri confronti son cosi feroci. Eppure sono animali, anche loro”.

Tataratà

Il nome onomatopeico derivante dal suono ritmato del tamburo, è di certo fra i più antichi folclori al mondo ed ha origini imprecise.  Molte le interpretazioni che sono state date a quella che è oggi una danza spettacolare e travolgente eseguita da duellanti armati di vere spade.
Sono tre le ipotesi più accreditate:
- la prima, la più arcaica, è allacciata alla danza propiziatoria per la fertilità della terra;
- la seconda, la più valutata, alla danza dei Mori e dei Cristiani (Moresca) quindi in riferimento alla presenza araba/musulmana in Sicilia;
- la terza, la meno menzionata anche se ugualmente valida, alla danza dei Spatolatori di Lino.
Qualunque sia, la sua vera origine è di certo affiancata al ritrovamento, prima ancora della fondazione del paese di Casteltermini, di una Croce lignea festeggiata fino ai giorni nostri. La Croce Paleocristiana più antica del mondo, in quanto il legno di quercia, risultata essere, dopo un accurato esame del Carbonio 14, dell’anno 12 d.C.
Tra le più valutate interpretazioni si evidenzia il riflesso della dominazione araba/normanna in Sicilia.
Ipotesi condivisa da molti Castelterminesi e sostenuta da Paolo Lo Bue che vorrebbe il Tataratà "una danza cristiana a testimonianza proprio di quel mirabile equilibrio che aveva reso possibile la convivenza tra Cristiani e Musulmani al tempo dell'occupazione araba".
E ancora Curt Sachs, in "Storia della danza" la descrive così:
"La moresca è una danza che riflette il ricordo romantico del periodo arabo nell'Europa meridionale". Essa si presenta sotto due forme: "come danza a solo e come danza a coppie o a gruppi, con il motivo del combattimento con la spada fra cristiani e musulmani
L'ipotesi che al Tataratà siano collegati i spatolatori di lino, è meno menzionata anche se ugualmente valida.

Tataratà

A tal riguardo c'è la più antica testimonianza raccolta dal G. Di Giovanni consistente in un atto datato 17 agosto 1685. Di esso molti hanno tentato una spiegazione, è lo stesso Di Giovanni a fornire la prima descrizione apparsa nel 1875 in "Fiabe novelle e racconti" del Pitrè: "Gli spazzatori di lino vestiti bizzarramente fanno parte della processione combattendo colla sciabola, inchinandosi a quando a quando a uno di loro vestito da re con ministri e dottori a fianchi. Battonsi a suon di tamburo, dal cui strimpellamento prende il nome la Festa".
Dagli inizi degli anni 70, il Tataratà viene eseguito da giovani studenti.
Il Gruppo folcloristico si propone di mantenere vive tradizioni ed i monumenti che ne sono permeati, ha l'intento di diffondere la cultura unica del suo paese che sorge nel cuore della Sicilia e che custodisce un messaggio di civile e simbiotica convivenza tra le tradizioni, la cultura ed il modo di vivere delle etnie cristiane e musulmane che abitavano pacificamente i territori ancor prima che il nucleo abitativo si consolidasse.

La narrazione

C’era un tempo in cui il poeta popolare non sapeva di esserlo, ma il canto che intonava bastava a soddisfare il cuore di chi lo ascoltava. E non rallegrava solo se stesso, ma riusciva a dare importanza alle azioni che gli esseri umani compivano giorno dopo giorno. Alla fantasia popolare non occorre alcun riconoscimento, poiché essa nasce e si giustifica entro la logica della quotidianità: le azioni che si devono compiere si ricompongono sotto la medesima significazione, hanno lo scopo di alleviare il bisogno e di rallegrare la vita.
Le culture del mondo arcaico conoscevano il segreto per valorizzare la parola, il suono, il soffio; bastava poco perché il dire divenisse racconto, modulandosi sulle partiture del tempo, sviluppandosi lungo il tracciato che va da est ad ovest, dall’alba al tramonto, da una generazione alla successiva.
La materia narrativa sta alle sorgenti della civiltà e tesse una trama infinita tra la dimensione naturale e la mente di ciascun partecipante.
La storia del modo è come un interminabile racconto ciclico che non si esaurisce mai, che  cammina con passo da colomba, seppure abbia la forza di generare grandi sconvolgimenti.
Nell’era attuale il sistema di mutamenti culturali non basta a decretare l’eclissi della memoria del mondo; né gli sviluppi del progresso possono essere la causa di un’insana omologazione dell’immaginario collettivo. Difatti, basta ascoltare un narratore che scandisce un frammento di cronaca affidandosi ad un linguaggio della semplificazione, un dire diretto e basato sul ritmo dell’emissione, per essere risucchiati nella sfera delle emozioni ataviche; l’effetto di narrazione costringe a ritrovare i sentieri che continuamente si biforcano lungo il difficile cammino che dal presente riconduce alle radici più antiche, e rilancia le interrogazioni mai dimenticate alla ricerca delle origini della vita.

Carmelo Alberti
da I sentieri dei narratori
 

I narratori

Tiziana Cuticchio
Dal Nilo al Garraffello
U sceccu ca vola
La moglie che campava d’aria

Yousif Latif Jaralla
Le donne della Martorana
La nave di Bisanzio
Giufà che non fa ridere

Isabella Messina
Il principe Qmar e la principessa Nur
Il leggendario Alessandro Magno
Il poeta Hatim e il re Dhulqirà
L’anello della gioia

Nadia Parisi
Giufà e la statua - Giufà e la tela - Giufà e la chioccia
Il principe normanno e la pescivendola di Acquasanta
I tesori del Marabito

Floriana Patti
Il moro, la bella e il basilicò
Gatti, topi e mercanti
I capricci di Federico
Duello tra Bradamante e Marfisa di Persia

 

Associazione Culturale Figli d'Arte Cuticchio